Giuseppe Zilioli

Sono ormai quasi dieci anni che corro, dopo una vita da sedentario, e una gioventù da schiappa in qualsiasi sport mi sia cimentato. Forse è per questo che un po' alla volta mi sono innamorato della corsa, perché il confronto è sempre prima di tutto con se stessi. Se vinci o perdi lo sai solo tu e la tua coscienza.
Molte volte amici e conoscenti mi chiedono "Perché corri?". La verità è che non lo so neanche io, o forse le risposte sono talmente tante che difficilmente ho il tempo di elencarle tutte. Però adesso ho un po di tempo e provo ad elencarle (in ordine rigorosamente sparso).

Corro perché mi fa stare bene.
Corro perché quando lo faccio al mattino prima di andare a lavorare, riesco a pensare ai problemi lavorativi con la mente assolutamente libera, e trovo idee e soluzioni che seduto in ufficio non troverei mai (il problema è che poi a volte le dimentico).
Corro perché poi posso mangiare una porzione doppia di lasagne della suocera.
Corro anche se certe mattine non ne avrei proprio voglia, ma ormai la sveglia è suonata e tanto vale andare.
Corro perché il mattino presto o la sera tardi Brescia o Castenedolo (il mio paese) hanno un sapore speciale.
Corro perché il sole che sorge in mezzo ai campi o dietro una collina è uno spettacolo da togliere il fiato.
Corro perché quando c'è la nebbia è tutto grigio, ma la calabrosa che copre i campi ed imbianca le ragnatele è una figata.
Corro perché a volte è bello vantarsi delle proprie imprese.
Corro perché tagliare il traguardo dopo 40 e più chilometri è una sensazione indescrivibile.
Corro (e cammino) per i sentieri della Maddalena, perché ogni tanto è bello perdersi e ritrovarsi.
Corro perché è divertente farlo insieme agli amici della RP parlando si scarpe e tabelle, ma anche (e soprattutto) di cazzate varie, come i vecchi sulle panchine del parco.

Corro per questi e, forse, altri cento motivi. Sicuramente un giorno mi fermerò, mi volterò e dirò "Sono un po' stanchino, credo che tornerò a casa ora".